Saluti del Segretario Generale (Ulisse) e del Comitato Centrale

(nuovo)Partito comunista italiano

Comitato Centrale

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Saluto del compagno Ulisse a nome del CC del (nuovo)Partito Comunista Italiano al dibattito del 27 febbraio a Pontedera su “L’esperienza dei Consigli di Fabbrica e gli insegnamenti per l’oggi”

 

27 febbraio 2020

 

Cari compagni,

a nome del Comitato Centrale del (nuovo)PCI ringrazio il compagno Fabio Gambone che ci ha invitato a intervenire a questa iniziativa e saluto tutti i presenti, in particolare i relatori, il compagno Pietro Vangeli, Segretario Nazionale del P.CARC e il compagno Daniele Marella, segretario del PRC di Pontedera.

Esprimo inoltre la solidarietà del Partito alle operaie della Piaggio impegnate nella lotta promossa dall’USB contro l’uso truffaldino del “decreto dignità” per rendere più precaria la loro condizione e agli operai FIOM recentemente bersaglio prima della repressione aziendale e poi anche della stessa dirigenza locale della FIOM: il tessuto di organizzazione che la classe operaia di Pontedera si è data e mantiene è un esempio positivo per tutti gli operai della Toscana e del paese. Auguro che anche queste lotte, al di là delle sigle dei sindacati promotori, contribuiscano a sviluppare l’unità d’azione della classe operaia. Infatti anche in ognuna delle mille lotte rivendicative riusciamo a far fronte alle difficoltà, a vincere e a conquistare progressi duraturi tanto più quanto più avanziamo nella lotta generale per mettere fine al catastrofico corso delle cose che la borghesia imperialista in ogni campo impone all’umanità. Questo richiede che in ogni azienda capitalista e pubblica, in ogni scuola e università, in ogni luogo d’abitazione le masse popolari si aggreghino a formare organismi operai e popolari, organismi che ragionano e agiscono da centri del nuovo potere, da istituzioni del potere delle masse popolari organizzate (come i soviet suscitati nella Russia zarista dal partito bolscevico di Lenin e Stalin e come in una certa misura lo furono anche i Consigli di Fabbrica negli anni ‘70).

Proprio in proposito ricaviamo grandi e importanti lezioni dall’Autunno Caldo e dalla stagione dei Consigli di Fabbrica. I fondatori del (nuovo)PCI hanno riflettuto profondamente sull’Autunno Caldo e sull’insieme dell’esperienza del movimento comunista del secolo scorso. Siamo arrivati alle conclusioni illustrate nel nostro Manifesto Programma 1) sul modo in cui la classe operaia prepara e attua la conquista del potere (la forma che dobbiamo dare alla rivoluzione socialista) e quindi 2) sulle caratteristiche che deve avere il Partito comunista per promuoverla con successo e condurre le masse popolari a instaurare il socialismo, che è il passaggio indispensabile per porre fine alla deriva verso la nuova guerra mondiale e il disastro ecologico.

Sintetizzando all’estremo, le lezioni principali che abbiamo ricavato sono due. Sono lezioni confermate in Italia anche dalla Resistenza contro il nazifascismo e dal Biennio Rosso 1919-1920. A livello mondiale, dall’opera con cui il partito di Lenin e di Stalin ha condotto le masse popolari sovietiche a vincere nel 1917 la Rivoluzione d’Ottobre, a costruire l’Unione Sovietica e a sollevare l’ondata rivoluzionaria che tra il 1917 e gli anni ’70 del secolo scorso ha cambiato il mondo. Ha cambiato tutto il mondo, prima di esaurirsi proprio per il motivo per cui anche la stagione dei Consigli di Fabbrica si è chiusa con il sopravvento della borghesia imperialista, con il risultato di cui paghiamo ancora le conseguenze, a cui non abbiamo ancora posto fine.

 Quali sono queste due lezioni?

1. La resistenza spontanea della classe operaia e delle masse popolari alle malefatte della borghesia crea i presupposti per lo sviluppo del loro movimento rivoluzionario: la moltiplicazione dei CdF negli anni ’70 ne è un esempio. Quando le masse popolari arrivano a unirsi e sollevarsi, la borghesia per quanto sia cinica, criminale, colta e astuta non è in grado di soffocare il loro movimento e reprimerle.

2. Per passare dalla resistenza spontanea al movimento rivoluzionario e ancora più per risolvere i problemi che incontrano avanzando, le masse rivoluzionarie hanno bisogno di avere alla loro testa un partito comunista che si guida con la scienza che Marx ed Engels hanno fondato quasi due secoli fa e che, accumulando esperienze su esperienze, oggi è il marxismo-leninismo-maoismo. Hanno bisogno di un partito dotato di una comprensione profonda delle condizioni, delle forme e dei risultati della lotta in corso. La borghesia è riuscita a ristabilire il suo potere solo dove e quando un simile partito è mancato (e in Italia fu il caso dell’Autunno Caldo, della Resistenza e del Biennio Rosso) o ha deviato (e fu il caso dell’Unione Sovietica di Kruscev).

Compagni, l’Autunno Caldo è stato una dimostrazione su larga scala della forza irresistibile delle masse popolari di fronte alla borghesia. Ma ha anche messo in luce quello che non dobbiamo più permettere che succeda: una grande forza priva dell’orientamento giusto, cioè adeguato alle condizioni concrete, e quindi una grande forza incapace di vincere e instaurare il socialismo.

Esorto ognuno dei compagni presenti a confrontare le loro conclusioni con quelle a cui è giunto il (nuovo)PCI. Lo sviluppo del dibattito franco e aperto e della lotta ideologica tra comunisti è un fattore decisivo della rinascita del movimento comunista in Italia e nel mondo.

Mi auguro che molti di voi assimileranno le lezioni che ho sinteticamente illustrato e che il dibattito dia frutti rigogliosi.

Il compagno Ulisse, segretario generale del CC del (n)PCI.